TECNICA MICROFONICA

 

Il microfono....... questo sconosciuto

 

 

 

 

 

Che cos'è il Microfono?


Il microfono è, tra i trasduttori elettroacustici quello che può essere definito il top, muta i cambiamenti di pressione, che le variazioni periodiche del suono causano, in ciò che fa in modo che queste si diffondano (comunemente ciò è l'aria), in un segnale composto di elettricità (ovvero tensione oppure corrente).
Per trasduttore s'intende un meccanismo che muta una grandezza fisica ad altra, perciò le grandezze che sono implicate, s'identificano con la pressione che un suono crea sull'aria e dall'elettricità che attraversa il filo del microfono, sino ad arrivare alla sua meta (che sia altoparlante, qualcosa che trasmette o un apparecchio da registrazione), dove sarà poi espressa (basandosi per frequenza ed ampiezza) così da venire mutata in una pressione relativa al suono, le cui qualità specifiche siano quelle iniziali.
A questo proposito il microfono avrà la capacità di percepire la pressione (sia pure a livelli minimi, così da prendere suoni d'intensità minore) e poter mutare la forza del suono in un segnale di tipo elettrico, che avrà le caratteristiche di essere, in ogni momento, costante nell'intensità e per frequenza, con la pressione che il suono crea al microfono.

 

Ogni giorno che passa mi  rendo sempre più conto di una cosa inaudita. Sono troppi i ragazzi che mi contattano per venire a prendere delle lezioni a scuola e che non sanno utilizzare per niente il microfono, e la loro comprensibile giustificazione e': "non l'ho mai adoperato! Nessuno mi ha mai dato l'opportunità di utilizzarlo."

    Bisogna innanzitutto dire una cosa scontatissima, che però visti i risultati, poi tanto scontata non è.

    Nella musica leggera si canterà sempre con un microfono davanti!!!!  Nella maggior parte dei casi il microfono si dovrà tenere in mano e per cui si dovrà anche cominciare a sapere come si deve maneggiare.

    In poche righe cercherò di dare alcuni consigli, ma come per tutte quelle attività per le quali occorre una certa manualità, la cosa migliore è quella di utilizzare praticamente un microfono. Anche perchè utilizzandolo ci si può prendere confidenza e quella strana sensazione di inibizione che il microfono a volte  crea deve essere superato sul campo, con la pratica,  e non studiandolo sul web oppure sui libri.

            Per questo, didatticamente parlando, non riusciamo  a concepire uno studio del canto moderno senza   prevedere di far utilizzare un microfono agli allievi. Come  si spera di rendere udibile la voce del cantante di turno senza un microfono. Mesi, anni di preparazione sulla respirazione, i vocalizzi,  e poi tutto si dissolve per la paura che si prova davanti ad un oggetto necessario, ma che non si sa adoperare. Il microfono. Vai a controllare la respirazione e tutto il resto con quella strana inibizione addosso che il microfono può crearti se non sei stato abituato ad utilizzarlo.

            Per cui se siete cantanti che ogni tanto cantate in pubblico  (o che quanto meno prevediate di farlo) vi consiglio di individuare il microfono che meglio si addice alla vostra voce. Esistono decine e decine di marche e centinaia di modelli (parlo di microfoni professionali ovviamente) per cui la scelta non è sempre facile.

                    Io  consiglio di provare tutti i microfoni che vi capitano a tiro, provarli e se possibile registrare la vostra voce onde paragonare i risultati. Dopodichè tra consigli e pratiche varie sceglierne uno e acquistarlo,  quindi imparare a conoscerlo provandolo e riprovandolo ogni qual volta che se ne ha la possibilità.

            Una buona soluzione (che tra l'altro è anche la più diffusa) è il microfono SHURE SM58. Io non prendo mazzette dalla SHURE, figuriamoci, è il microfono più venduto al mondo, ma per chi non ha voglia di mettersi a fare chissà quali ricerche è una soluzione che costa circa 100 Euro. Qui alla scuola, per gli utilizzi più particolari, ci rivolgiamo al nostro  microfono preferito.

 Il microfono va usato correttamente, nel rispetto delle caratteristiche indicate dal costruttore e valutando le vostre caratteristiche vocali. Facendo un pò di prove si riesce a capire bene il funzionamento, i limiti e le sue  la potenzialità.

        Non mi addentrerò in disquisizioni tecniche complesse e tutto sommato poco utili per gran parte dei cantanti. E' comunque utile sottolineare sommariamente che il microfono funziona in grandi lineee come un diffusore acustico, o meglio esattamente all'opposto di un diffusore. Al diffusore arriva un segnale elettrico che attraverso la componentistica diventa un suono. Al microfono invece arriva un suono che trasforma in segnale elettrico. Per cui così come è nota l'importanza dei diffusori in una catena audio, è altrettanto nota, o almeno dovrebbe esserlo, l'importanza del microfono.

          In linea di massima quando cantate con un volume basso tenete il microfono accostato alle labbra, deve quasi toccarle.  Quando cantate una nota bassa ad un volume basso o medio avvicinatelo ancora di più (fate toccare il micro alla bocca) questo permetterà di ottenere dei bassi più corposi e timbricamente corretti.

            Man mano che il volume aumenta allontanate lievemente e proporzionalmente il microfono. La distanza massima della bocca dal microfono non deve superare un palmo (ovviamente questa è una misura di massima in quanto tutto dipende dal tipo di microfono e dal tipo di voce).

          Tenete presente che i  microfoni per cantare dal vivo sono poco sensibili e sono stati costruiti per percepire  solo i suoni molto vicini al microfono.  Se così non fosse nel microfono, oltre alla voce del cantante,  entrerebbe anche il suono degli strumenti sul palco, della gente in sala ecc. ecc. . Esistono microfoni molto sensibili, quelli per le registrazioni in studio, ma debbono essere comunque utilizzati da persone esperte e in un ambiente insonorizzato, proprio per evitare interferenze sonore con la voce del cantante.

          Per cui se ci allontaniamo troppo dal microfono la nostra voce non si sentirà. Non solo, anche se non ci si allontana così  tanto da non sentirsi, potrebbe essere sempre troppo rispetto alla corretta distanza di esercizio. In questo caso si potrà anche percepire qualche suono della nostra voce, ma sicuramente non tutti. E dopo tutta la fatica fatta per ottenere una voce timbricamente ottimale vanifichiamo il tutto facendo arrivare al microfono solo alcune delle frequenze che compongono la nostra voce, con effetti disastrosi.

          Altra cosa importantissima, come la distanza, è l'angolazione con il quale si utilizza il microfono. Il microfono, e la capsula ivi contenuta, deve essere tenuto dritto davanti alla bocca. In modo che la parte tondeggiante del microfono (se è tondeggiante ovviamente) dovrà stare proprio di fronte alla bocca. Se si inclina il microfono, il suono prodotto dalla nostra voce non andrà più ad impattare proprio sul fronte della membrana della capsula e i risultati non saranno quelli desiderati. Per individuare la capsula di un microfono, provate a svitare delicatamente la gabbietta  di protezione e individuate la capsula. Nello Shure SM58 è un piccolo cilindro rivestito sulla parte superiore  da  una specie di spugna. Li sotto si trova una membrana che vibrerà quando le vibrazioni prodotte dalla nostra voce vi andranno  contro.  Non togliete la spugna, ma cantate  per un pò con il microfono senza la gabbietta , vi sarà più facile individuare la capsula e fare delle prove.

            Non coprite la gabbietta di protezione con la mano. Impugnate il microfono afferrandolo per l'impugnatura, è stata fatta apposta. E poi non mettete il pollice sopra la gabbietta, è una bruttissima abitudine che purtroppo hanno in molti, ma l'effetto è intuibile, si copre una parte del microfono e  se ne limitano le prestazioni. Dovrebbe essere scontatissimo questo fatto. Tra l'altro se ci badate bene dentro la confezione dello Shure SM58 c'è un ridottissimo manuale delle istruzioni. Ridotto perchè non c'è molto da dire oltre alle caratteristiche e al modo di utilizzarlo. Non fischiate nelle capsule dei microfoni e non tamburellate sopra le stesse per sapere se funzionano o meno, potrebbero danneggiarsi, e se il microfono appartiene al service, il proprietario potrebbe venire a corrervi dietro  Insomma dovete familiarizzare con il microfono e rendervi conto che deve essere un  alleato mentre cantate e non uno sconosciuto oggetto messo li apposta per mettervi in difficoltà.

 

A questo punto  intendo rivolgermi solo ai cantanti meno esperti in esibizioni dal vivo. (attenzione non ho detto meno bravi, ma meno esperti di esibizioni live)

Spesso i cantanti vengono chiamati per cantare qualche canzone all’interno di manifestazioni che non sono prettamente musicali (sfilate di moda, saggi di danza, meeting, feste di piazza ecc.)

Questo comporta spesso  che l’organizzazione non conosca le esigenze tecniche dei cantanti, e non mette a disposizione quella minima attrezzatura tecnica indispensabile ad un cantante, pensando erroneamente che per cantare basta un lettore CD, un paio di casse acustiche (le stesse che vengono utilizzate per l’ascolto del pubblico) e un microfono qualsiasi da attaccare da qualche parte nel mixer!!!

In questi casi, frequentissimi a dire il vero, è l'artista stesso che deve far conoscere all’organizzazione quali siano le sue esigenze e quali apparecchiature gli occorrono. Di solito queste richieste vengono fatte all’organizzazione attraverso la compilazione di una “scheda tecnica”. La scheda tecnica è nient’altro che un foglio di carta dove viene indicata la strumentazione che l'artista “vuole” trovare per poter partecipare e cantare alla manifestazione. L’organizzazione ovviamente si dovrà rivolgere a qualcuno che fa questo lavoro “service audio” che non avrà problemi nell’esaudire le vostre richieste.

Se l’organizzazione è seria farà in modo di far trovare al cantante il materiale richiesto, altrimenti si dovrebbe quanto meno valutare la possibilità di non partecipare, anche perché il pubblico che ascolta spesso non è un pubblico esperto, quindi non è in grado di capire se l'effetto disastroso della performance è da imputare all’incapacità dell’organizzazione o del cantante. 

Di seguito indicherò pertanto quali siano le attrezzature minime e indispensabili da richiedere per cantare, e a che cosa servono queste attrezzature:

       Microfono Molti cantanti ne possiedono uno e preferiscono utilizzare il loro perché lo conoscono bene e sanno che è l’ideale per la loro voce. In alternativa possono chiederne uno eguale all’organizzazione. Se non possedete un microfono e siete inesperti in materia potete chiedere il più classico dei microfoni. Lo Shure SM 58  è ottimo e tutti i service audio lo posseggono.

       Effetto per la voce è un’apparecchiatura che aggiunge alla voce degli effetti per renderla più accattivante. Nessuno canta più da anni senza utilizzarlo. Una delle marche più utilizzate e affidabili è la LEXICON produce apparecchi di tutti i prezzi.  Tanto per capirci, a chi non è capitato di sentirsi gratificato cantando nel bagno, nell'atrio di alcuni condomini o di ambienti comunque molto ampi... .e riflettenti dal punto di vista acsustico. Quella voce che in certi contesti ci sembra molto più bella di come lo sia in realtà è effettivamente più bella e questo a causa della risposta acustica  dell'ambiente. Questo tipo di apparecchiature riproducono artificialmente questo genere di effetti.

     Compressore agisce prevalentemente sul VOLUME della voce. Quante volte la vostra canzone prevede dei passaggi appena sussurrati e altri cantati a tutto volume. Impensabile quindi pensare che il volume del vostro microfono sul mixer possa rimanere sempre lo stesso dall’inizio alla fine della canzone, a meno che non vogliate che i passaggi più delicati non riesca ad ascoltarli nessuno e che al contrario  quelli più energici facciano saltare i timpani di chi vi ascolta! I più fortunati hanno un amico, un collega, il fidanzato o altri che si mettono al mixer e regolano continuamente lo slider del microfono, seguendo l'andamento della voce del cantante. Lo alza e lo abbassa quando è necessario. Il compressore, invece, adeguatamente regolato, rende automaticamente omogeneo il volume della voce  comprimendolo (da qui il nome) ed esaltandolo quando occorre. Né esistono modelli che costano pochissimo, la Behringer ne produce alcuni  che si aggirano intorno ai 150 Euro, impensabile quindi farne a meno, ogni buon service audio ne possiede a bizzeffe.

       Monitor o spie sono dei diffusori che vengono piazzati in un determinato modo sul palco e hanno lo scopo di far sentire il tutto a chi sta cantando, indipendentemente dalle regolazioni che verranno eseguite sui diffusori per il pubblico. A livello professionale c’è addirittura un fonico in più (oltre a quello di sala) a disposizione  per chi sta sul palco, pronto a soddisfare le esigenze di ascolto dell’artista. In tutte le altre situazioni minori il fonico è sempre lo stesso, che esegue quindi le regolazioni sia dei monitor sul palco che le regolazioni per il pubblico che ascolta. A questo punto diventa indispensabile fare delle prove di ascolto (sound check) prima dell’inizio dello spettacolo, per assicurarsi che l’ascolto sul palco sia esattamente quello che volete voi. Durante lo spettacolo vero e proprio sarebbe impossibile per il fonico di sala conoscere quali siano i vostri problemi di ascolto e quindi correggerli in tempo reale. Per quanto riguarda poi l'ascolto in sala dovete fidarvi del fonico di turno.  Indispensabile a questo punto la precisazione. Fonico non è colui che affitta il service o che lo scarica sul palco. Il fonico è un tecnico (spesso chiamato anche ingegnere del suono) che si occupa solo ed esclusivamente della resa sonora dell'impianto tenendo conto delle caratteristiche acustiche dell'ambiente e dell'artista. A livelli bassi spesso il proprietario del service e il fonico sono la stessa persona, questo però non accade mai a livelli medio-alti.

      Ovviamente c'è tutto il resto. LETTORE CD, MIXER, AMPLIFICAZIONE ESTERNA, CABLAGGIO ecc. ma chiaramente questo non rientra più nella specifica competenza dell'artista (soprattutto nelle situazioni minori).

TIPOLOGIE DI MICROFONI :

 

Ci sono due generi essenziali di microfoni; dinamici e a condensatore.
Quelli dinamici usano l'induzione di tipo elettromagnetico e usano un diaframma di dimensioni ridotte connesso ad una bobina che ha delle vibrazioni, quando il suono cambia la pressione che l'aria crea. Ciò che il diaframma fa è di mutare i suoi movimenti in segnali elettrici che si trasformano in suoni. Le caratteristiche positive che ha sono: solidità, funzionalità provata, basso prezzo. La sua mancanza principale è che manca di un po' di sensibilità, quindi non va bene per percepire rumori lievi, ma va bene per recuperare certi elementi musicali, con particolari caratteristiche di suono, tipo batterie o chitarre elettriche o voci non registrate.
Quelli invece che sono a condensatore hanno le loro fondamenta su delle regole che riguardano l'elettrostatica. Dentro i microfoni di questo genere c'è un condensatore, che è formato da due lamelle notevolmente sottili. Una di esse si può muovere perchè deve poter percepire la pressione del suono. La cosa che fa sì che sia differente dall'altro tipo è che usa un genere caratteristico d'alimentazione, quella che viene chiamata phantom (spettro perché sembra non percepibile dalla vista) che va al microfono per mezzo dei collegamenti audio derivanti dal mixer. Tramite l'uso di questo tipo d'alimentazione particolare, questo condensatore si polarizza cosicché l'energia elettrica che si crea nel condensatore da' alle sue parti una tensione che, quando si aumenta, si trasforma in ciò che esce dal microfono. I microfoni di questo genere sono molto comuni negli studi e ce ne sono di molti tipi differenti. Le cose positive che questo microfono ha sono la caratteristica di ripresa ottima, una chiarezza nella risposta di frequenza, quindi è un microfono adatto sicuramente allo scopo per cui è stato creato, con la capacità di riprodurre ogni strumento con la massima precisione.
La sua mancanza maggiore sta nel fatto che abbisogna d'alimentazione, cosa che comunemente fornisce esclusivamente una scheda audio molto buona oppure il mixer, in più costa molto ed è fragile.

 

Connessione e risposta

La connessione maggiormente usata in ambito professionale è quella che si bilancia tramite i connettori XLR, ma è possibile adoperare pure un jack (TSR ), che possiede tre contatti anziché due, un paio di cerchi in materiale plastico anziché uno solo, e la presa esterna è uguale.
Secondo leggi fisiche sull'energia elettrica, esiste la possibilità che gli impulsi che derivano dal microfono siano circa 500 o 1000 volte minori di un impulso Line. Questa è una delle ragioni per cui tutti i canali di un mixer (oppure una scheda audio molto buona) possiedono comunemente un paio d'entrate: una relativa al microfono e una per la linea.
Il canale relativo al microfono ha un'entrata amplificata in precedenza, che ha lo scopo di far arrivare l'impulso dell'elettricità proveniente dai microfoni da millesimi di volt a più o meno un volt, comunemente sono collegati ad entrate XLR. Una nuova proprietà da determinare relativa al microfono riguarda la risposta in frequenza.
Tutti i microfoni hanno l'obbligo di rappresentare la curva relativa a quanto questi siano in grado di percepire la pressione, quando cambiano le frequenze. Comunemente questa capacità di percepire nelle frequenze inferiori cambia parecchio in base a quanto il microfono è lontano dal suono.
In un palcoscenico oppure quando si prova, in mezzo a casse ed altoparlanti i ritorni d'altri strumenti possono sempre presentarsi al microfono, anche se non dovrebbe considerarli, a parte quello che riguarda uno strumento o voce specifica. Effettivamente, quello che si riesce a fare è far sì che siano più leggeri i suoni che non sono dinnanzi al microfono, ciò che rimane sta alle notevoli capacità dei tecnici del suono.
Tutti i microfoni perciò hanno una precisa risposta riguardante la direzione, dato che non ogni microfono percepisce la pressione del suono proveniente da ogni parte, in base a questo antecedentemente all'acquisto bisogna vedere con precisione questa sua qualità. La caratteristica che stabilisce questa qualità sarebbe la direzionalità che ha il microfono e ci sono alcuni aggettivi che la riguardano. Un grafico che riguarda un microfono che ha un trasduttore che percepisce suoni nell'arco di 360° viene chiamato omnidirezionale.
Ogni condizione differente riguarda la direzione. Il microfono bidirezionale percepisce in un paio di sensi contrari rispetto alle parti, (una sarebbe quella della pressione sul davanti del diaframma, mentre l'altra riguarda la pressione sul diaframma da dietro), si chiama anche figura a forma di 8, dato che il grafico prende una distinta forma tipo 8.
Il microfono di tipo cardioide è una mescolanza del tipo omnidirezionale e di quello bidirezionale così da raggiungere disegni specifici. Ci possono essere diversi esempi di cardioide, suddivisibili in cardioide comune, super e iper cardioide. La parola cardioide deriva dal fatto che la forma del disegno è particolare ricordando un cuore.